Il
mio primo amore, dopo la parola scritta, è senza dubbio il cinema. Tuttavia
data la natura breve di un film mi sono spesso orientata verso le serie tv.
C’è
un momento però, o perché non si ha più niente da vedere, o perché non si ha
voglia di vedere l’ennesimo episodio che, tanto si sa, non porterà a niente, in
cui io torno a quell’amore e vado spulciando alla ricerca di qualcosa che non
ho ancora visto, recente o vecchio che sia.
E
così è capitato quest'oggi.
Il
film in cui mi sono fortuitamente imbattuta l’ho scelto inizialmente perché mi
piace l’attrice che lo ha interpretato , poi per la locandina e in ultimo per
il titolo. Avevo paura che mi
trasmettesse le stesse sensazioni di INTO THE WILD, che mi ha lasciato una
profonda tristezza. La storia all’apparenza può sembrare la stessa. Una persona
che parte per un duro viaggio. Ma mentre il protagonista di Into the wild fa
questa scelta per vivere una vita libera, una vita in cui è lui il padrone di sé e non la società che
ci circonda, Sheryl Straid parte per un viaggio introspettivo. Per “ritrovare
la via della bellezza”…
Ci
sono delle rarissime volte in cui un libro o un film, una volta terminati, mi
lasciano un’incredibile sensibilità al silenzio. Ascoltare il silenzio ai giorni nostri è la
cosa più difficile del mondo. Ma quando
questo grande miracolo accade vorresti trovare il modo per non spezzare la
magia. In questi momenti ogni suono
sembra più nitido, più definito e infinitamente più armonioso. L’acqua che
scorre per lavarti le mani, il fruscio del tessuto del cappotto quando lo indossi,
le fusa del tuo gatto, la busta di plastica che svuoti dalla spesa acquistata…
In queste circostanze io divento muta,
perdendo completamente la voglia anche solo di aprirla la bocca, perché anche
solo una singola vocale romperebbe questo sonoro e armonico silenzio, l’incanto
si spezzerebbe e tutto tornerebbe caotico, inconcludente, soffocante.
Un infinito senso di pace, un grande momento di riflessione… ecco di cosa è
stato capace questo film. Magari non tutti la penseranno come me una volta
visto, ma questo tipo di esperienze sono sempre soggettive.
Wild
mi ha dato la possibilità di maturare un pochino, solo un po’, perché purtroppo
le esperienze vissute da altri non ci permettono di comprendere a pieno tutti i
significati.
Mi
ha permesso di schiarirmi le idee e di pormi domande.
Dove
sto andando e dove voglio andare?
Cosa
sto facendo e cosa voglio fare?
Purtroppo
il cellulare ha cominciato a suonare e l’incantesimo si è rotto e l’unica cosa
che ho voglia di fare è sprofondare nelle lacrime.
Di
una cosa sono certa, voglio anch’io ritrovare la via della bellezza perché
sento di essermi smarrita ed è ora che ritrovi la mia strada.
E voi? Consiglio vivamente di vedere questo film, magari vi sarà di una qualche ispirazione, se così non fosse avrete semplicemente visto un bel film... che avete da perdere?
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